l’italiano Beat

“Insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità, qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza.”

è così che la scrittrice Fernanda Pivano definisce Gregory Corso.

mamma pugliese e papà calabrese, Gregory Nunzio Corso nacque a New York il 26 marzo del 1930. la famiglia instabile lo mette subito davanti alla cruda e amara realtà della vita.

fu uno dei poeti della Beat Generation; sì, c’è anche un italiano tra i poeti Beat.

come i suoi noti colleghi, anche Corso girò il mondo e si avvicinò alla cultura durante i suoi avanti-e-indietro al riformatorio.

 “Gregory era un ragazzino duro dei quartieri bassi che crebbe come un angelo sui tetti e che cantava canzoni italiane con la stessa dolcezza di Caruso e Sinatra.”

come lo descrive Jack Kerouac.

dopo un periodo di prigionia tornò in libertà nel 1950, e a new York conobbe Ginsberg. Corso rimase subito affascinato dalle poesie del suo collega, che poi lo presentò al suo gruppo di amici Beat e lo aiutò anche a trovare un editore.

la vita di Gregory si svolse a lungo in Europa, soprattutto a Parigi dove trascorse quasi dieci anni, nel “Beat Hotel” del quartiere Latino. visitò anche l’Italia, soprattutto la capitale Roma, in cui tenne diverse letture.

ed è proprio a Roma che sono conservate le ceneri di Gregory, e il luogo nel quale egli stesso chiese espressamente di essere sepolto fu all’interno del cimitero cattolico del Testaccio, accanto alla tomba di Shelley, quello Shelley che lesse durante la sua prigionia e al quale spesso si ispirò nello scrivere le sue poesie. poco lontano dalla sua tomba, riposa anche John Keats, altro poeta del quale Gregory aveva da sempre subito il fascino.

Il Beat è qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato.

9019_-_Roma_-_Cimitero_acattolico_-_Tomba_Gregory_Corso_(1930-2001)_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto,_31-March-2008