Evviva i pazzi

Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno “Ooohhh!”

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È così che scrive Kerouac, in un passo del suo On The Road.
Sulla pazzia poi ci ho formulato anche la tesina per la maturità. Però non portai lui, il buon vecchio Jack; ripiegai su qualcosa di “convenzionalmente” pazzo, e a dirla tutta, non avrei potuto fare altrimenti, visto che di lui, quando ho dato la maturità, sapevo poco e niente.
Però poi sono impazzita, nel senso che intende lui; sono diventata pazza di vita, pazza per parlare, pazza per essere salvata, vogliosa di ogni cosa allo stesso tempo, quella che mai sbadiglia o dice un luogo comune, ma brucia, brucia, brucia, come favolosi fuochi artificiali.

Oddio, forse qualche luogo comune lo dico ancora. E anche per gli sbadigli, è dura tenerli a bada quando la sveglia suona alle 6:30 e ti aspetta una giornata eterna all’università.
Però che bello è stato percorrere la strada della pazzia, Jack, ed avere incontrato te!